Quante stupidaggini si dicono sui giovani senza conoscerli, senza viverli.Gli adulti hanno ancora la saggezza di insegnare ad amare sé e gli altri? di Elisabetta Piccolotti*
Come Giovani comunisti, liberamente appartenenti a una comunità politica pienamente legittima e legittimata dalla sua storia e dalla sua attività quotidiana, all'interno del panorama politico italiano, troviamo davvero gravissimo e sconcertante che, in una sentenza che riguarda un minore ritenuto "a rischio" e il cui affidamento è stato sottratto alla madre - come è avvenuto al giovane 16enne catanese il cui caso è stato reso noto ieri dal quotidiano La Repubblica - venga addotta, tra le motivazioni principali della sentenza, la sua iscrizione e frequentazione ai Giovani Comunisti come pure a spazi sociali e aggregativi della sinistra locale. Si tratta, con tutta evidenza, di una sentenza assurda, incivile e profondamente preoccupante visto che assume, per valutare la capacità della madre di avere in affido il minorenne in questione, l'impegno politico e in particolare l'impegno fatto e vissuto a sinistra.
Per non dire della grottesca e ridicola criminalizzazione di qualsiasi comportamento - come ascoltare un gruppo musicale impegnato, in questo caso i Finley - ritenuto "alternativo" e cioè "non in linea" con i valori propagandati da una società che oggi pensa di imperniarsi e basarsi solo sugli assiomi indiscutibili del mercato e del liberismo, oltre che di un perbenismo e bigottismo fuori tempo.
Al giudice che quella sentenza ha scritto, agli assistenti sociali che quel parere - "estremisti", "pericolosi", "senza regole" - hanno motivato, come pure al padre del ragazzo, che ritiene "diseducativo" frequentare partiti politici, gruppi organizzati e anche solo centri sociali di sinistra e per di più "comunisti", rivolgiamo un sommesso e nient'affatto provocatorio invito: venite a trovarci a Sapri, in provincia di Salerno, dal primo al 7 settembre, dove quest'anno terremo il nostro annuale campeggio, come Giovani comunisti del Prc. Scoprirete così e facilmente, oltre che pacificamente, cosa vuol dire essere iscritti ai Gc, militare dentro Rifondazione e fare politica "a sinistra": vuol dire pensare con la propria testa, vivere con passione, entusiasmo e gioia il proprio impegno politico, affratellarsi e condividere pensieri, emozioni ed esperienze con tanti altri giovani compagni e compagne. Come noi, come M. P. Nessun "disvalore", quindi, e nessuna "pericolosità sociale" ma una grande ambizione, voler cambiare il mondo. In particolare e con ancora maggiore e testarda lena al Sud, dove essere iscritti ai Gc e partecipare alle iniziative e alle lotte del Prc vuol dire combattere la mafia, sfidandola a viso aperto, lottare contro la precarietà e il lavoro nero in nome della stabilità e della sicurezza del lavoro di tutti, contro il razzismo e la xenofobia ma anche contro le discriminazioni sessuali, etniche e religiose, per non dire di quelle politiche. Infine, un'ultima notazione: sulla nostra tessera del 2008 c'è una frase di Ernesto Che Guevara, è vero. Si trattava di un giovane argentino che, in sella a una motocicletta e con la forza del proprio esempio, voleva anche lui cambiare il mondo e, in parte, c'è riuscito. A M. P. diciamo una sola parola: grazie, compagno, siamo con te.
*Portavoce nazionale Giovani comunisti/e
giovedì 21 agosto 2008
Estremisti, pericolosi sinistri? Venite a viverlo a Sapri
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento