di Antonella Marrone
«Patriarcato da bar» così è stato splendidamente definito in un appello femminista, il profondo pensiero di Giuliano Ferrara relativo alla "moratoria" sull'aborto. Il fatto: il 20 dicembre, dopo l'approvazione dell'Onu della moratoria sulla pena di morte, Il Foglio si fa promotore di una nuova sensazionale campagna laica e civile, la richiesta di una moratoria sull'aborto. In altre parole: donne, bloccate gli aborti che avete in mente, sospendeteli, perché si tratta, anche in questo caso, di una pena di morte. Un'idea che sembra nascere proprio davanti ad un cappuccino, con gli amici discutendo di donne e motori, in una sarabanda di luoghi comuni da parrocchia.
Ferrara, dunque ci prova e alcuni risultati già si vedono, altri si vedranno fra poco. Ci riferiamo alle parole del cardinale Ruini che ieri davanti alle telecamere del Tg5 si è espresso molto favorevolmente sulla proposta di Ferrara: «Credo che dopo il risultato felice ottenuto riguardo alla pena di morte fosse molto logico richiamare il tema dell'aborto e chiedere una moratoria quantomeno per stimolare, risvegliare le coscienze di tutti, per aiutare a rendersi conto che il bambino in seno alla madre è davvero un essere umano e che la sua soppressione è inevitabilmente la soppressione di un essere umano». Chiede che sia pienamente applicata la 194 in quelle parti che difendono la vita e, nel contempo, chiede un aggiornamento della stessa legge in linea con «il progresso scientifico che ad esempio ha fatto fare grandi passi avanti alla sopravvivenza dei bambini prematuri». Le parole del vicario del Papa non sono un fulmine a ciel sereno. L'assalto della Chiesa all'istituto dell'aborto è cosa antica. L' affronto mai digerito ha alimentato un furore reazionario che oggi intravede la possibilità di riscatto. Lo Stato cattolico preme su quello laico. Fa sentire la sua voce, indirizza. Indirizza la politica, come per il registro delle unioni civili a Roma e per la legge nazionale sulle coppie di fatto. Indirizza il Pd e questo è il risultato non ancora visibile della proposta Ferrara.
Parlare di donne, del diritto alla maternità libera e consapevole, tornare ad inanellare tutte le sacrosante motivazioni per cui un paese civile, laico e democratico nel terzo millennio deve dotarsi di una legge per l'interruzione di gravidanza che consenta, alle donne di poter intervenire sulla propria vita, sinceramente e anche forse un po' scorrettamente dovremmo dire, sul nostro giornale, sembra rituale ed ovvio. Così come protestare contro la Chiesa e la sua arroganza. Deja vu. Preoccupa invece la politica, le scelte della politica. Le scelte delle donne che fanno politica. Preoccupa il Pd se non saprà prendere una posizione netta, chiara. Ogni altra proposta, rispetto all'applicazione della 194, è irricevibile. La discussione in Senato non sarà facilissima. La spinta teodem nel partito guidato da Veltroni è potente. Ci sono argini altrettanto potenti? Di fronte alle richieste della Chiesa il Pd deve pensare, deve misurarsi, deve mediare. E' logico ma tragico. Il primo risultato, probabilmente, sarà quello di una richiesta di applicazione integrale della 194. Come del resto chiede Mario Baccini dell'Udc: «Come ci invita a fare anche il cardinal Ruini, dobbiamo fare una seria promozione della vita in tutti gli ambienti e in tutti i segmenti della società. E solo quando saremo pronti e sicuri di vincere con convinzione, senza forzature, la battaglia in Parlamento, varrà la pena di proporre la revisione delle linee guida della 194, altrimenti si corre solo il rischio di rafforzare l'area abortista». Preoccupa molto meno, in questo senso, la mozione del coordinatore nazionale di FI, Sandro Bondi, che al contrario di Baccini, ritiene di «dover rappresentare le ragioni dei laici come dei credenti di Forza Italia, uniti dalla difesa della dignità della persona e del valore sacro della vita. Alla luce di questi valori ho presentato una mozione parlamentare per rivedere le linee guida della Legge 194, sulla base della necessità di tenere conto delle nuove possibilità tecnologiche che rischiano di inficiarne i principi ispiratori». La proposta di Ferrara farà scorrere ancora molto inchiostro, chiacchere da «patriarcato da bar» e la Chiesa gongola. Del resto, come scriveva lo scrittore cattolico e conservatore colombiano, Nicolàs Gòmez Dàvila, «senza la zavorra del "cristiani mediocri" la Chiesa beccheggia».
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