lunedì 10 dicembre 2007

Sinistra: Una grande assemblea popolare

di Walter De Cesaris (segreteria nazionale Prc-S.E.)

Una due giorni come una assemblea popolare. Migliaia di persone che hanno invaso la nuova Fiera di Roma al di là di ogni aspettativa. Una discussione vera, attraversata dalle pulsioni, dai sentimenti, dalle opinioni di dirigenti, militanti, donne e uomini che si sono ritrovati assieme e hanno attraversato l’assemblea come uno spazio comune.
Se qualcuno pensava a un incontro di stati maggiori, a una cerimonia retorica e scontata in cui tutto era deciso prima, alla fredda rappresentazione di una proposta timida e contraddittoria, è stato clamorosamente smentito.
Le stesse modalità di svolgimento delle due giornate romane hanno segnato questo carattere aperto, partecipato, non scontato.
A cominciare dai dibattiti nei 9 tavoli tematici del sabato, a cui se ne sono aggiunti altri, nati spontaneamente, tra cui quello autoconvocato dalle associazioni e dai movimenti che ha discusso fino a tarda sera e ha elaborato un documento che è stato letto all’assemblea plenaria del giorno dopo.


Una modalità aperta che ha reso l’idea di freschezza e vivacità che ha colpito anche i giornalisti che vagavano nei corridoi e entravano e uscivano dalle sale gremite dei workshop. Come è stato scritto, “si respirava aria frizzante di champagne di buona marca”.
Un evento intenso ed emozionante ma per nulla pacificato o pacificatorio. Il conflitto, anzi i conflitti, lo hanno attraversato profondamente. Il conflitto che è stato proposto dalle femministe che hanno contestato , non solo le modalità di svolgimento, ma la natura del processo unitario in atto, chiedendo una svolta radicale nella direzione dell’assunzione fino in fondo della cultura della differenza non come aggiunta ma come costitutiva della sinistra. Una contestazione che ha attraversato la due giorni e che ha costruito uno spazio di discussione del tutto nuovo.
Il conflitto che è stato proposto dalla delegazione numerosa dei comitati contro la nuova base di Vicenza e che ha chiesto una coerenza e una assunzione di responsabilità da parte della sinistra. Una risposta che è venuta dalla richiesta di moratoria che è stata presentata dai Ministri della sinistra e dalla riaffermazione dell’impegno a fianco della popolazione vicentina.


Molti corvi hanno volato sopra la Fiera di Roma, cercando di determinare una depressione dell’evento. Anche su questo, la smentita non poteva essere più sferzante. Ingrao non solo non è voluto mancare ma, anche lui, vecchio disobbediente, ha sconvolto la scaletta degli interventi dell’assemblea, chiedendo la parola, in maniera non rituale. Non solo non si è dissociato, come volevano fargli dire, ma ha incoraggiato ad andare avanti con più decisione, con maggiore forza.
Gli interventi dei segretari delle forze politiche, quelli degli altri esponenti della sinistra, come Nichi Vendola, di alcuni tra i più importanti esponenti del mondo del lavoro, come Gianni Rinaldini, del movimento pacifista, come Lisa Clark, del movimento per i diritti civili, come Aurelio Mancuso, del mondo della cultura impegnato nei movimenti, come Paul Ginzburg, sono stati sicuramente importanti per segnare il senso di un impegno che parte. Non vorrei, però, che fosse messo da parte il lavoro di discussione dei tavoli tematici. Lì, tra quelli ufficiali e quelli autogestiti, hanno preso la parola circa 500 persone, un materiale importante, da non disperdere. Di quel materiale saranno fatti report che dovranno essere messi nel circuito partecipativo che prenderà avvio da questa due giorni.


Ebbene si, l’8 e 9 a Roma, tutto è stato meno che l’avvio di una fusione a freddo. E’ stato un vero successo. Ma, dobbiamo avere bene in testa che siamo solo all’inizio. Le vere difficoltà cominciano ora.
Dobbiamo praticare gli impegni assunti a Roma: assemblee in tutte le città, aperte ad associazioni, movimenti, donne e uomini singoli, un vero confronto sulla proposta carta di intenti. Entro febbraio, nel fine settimana tra il 23 e 24, un vero pronunciamento del popolo della sinistra.
E, dentro questo processo di costruzione, l’apertura di un vero confronto sul governo, le sue priorità, l’agenda delle cose da fare.
La sinistra non si costruisce a tavolino o in laboratorio ma dentro la ripresa del conflitto sociale. Temi fondamentali come la questione della sicurezza del lavoro, del salario, dei diritti civili da estendere, della pace e della riduzione delle spese militari sono centrali.
La costruzione del soggetto unitario, plurale, federale della sinistra serve a questo oppure non serve.
A nessuno è chiesto di sciogliersi, nessuno annette le altre culture politiche, il termine federale non si rivolge solo alle forze politiche ma anche ad associazioni e movimenti, il carattere popolare chiede che anche chi non è iscritto ai partiti possa avere piena cittadinanza.
L’8 e 9 dicembre a Roma, non è stato altro che un debutto. Il bello comincia adesso ed è nelle nostre mani.

Roma, 10 dicembre 2007


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