di Virginia Lori
su l'Unità del 08/12/2007
Le parole «popolo» e «cultura», che hanno educato intere generazioni, non dicono più granché agli italiani. La società del nostro Paese, disillusa dalla politica e dalle istituzioni, continua a perdere l’identità collettiva. Si frammenta sempre più e, mossa dapulsioni ed emozioni individuali, si ritrova ad essere una «poltiglia di massa», inconcludente e senza sguardo al futuro. La fotografia dell’Italia 2007 - scattata dall’annuale rapporto (il 41/o) del Censis, presentato ieri - è impietosa. Ne emerge un paese spaccato, con un «boom silenzioso» dove l’economia (seppure di nicchia e di minoranza) va ma dove la società civile arranca, non gode di questa positività. È l’Italia che ama i telefonini (il loro numero sta superando quello dei televisori), dei bassi redditi, dei consumi che non decollano. E delle rate, che strozzano oltre mezzo milione di famiglie in difficoltà. Cosa fare in questo impasse? Per il centro presieduto da Giuseppe De Rita, la sfida deve puntare alle tante minoranze attive nell’economia, nella società e nelle scienze. Sono loro la vera e potenziale forza motore del paese.
Famiglie a debito. È «l’effetto collaterale» del credito al consumo, ormai dilagante negli ultimi anni per l’acquisto di ogni tipo di prodotto o servizio, dalle lavatrici ai viaggi. Ad utilizzarlo sono in Italia 8,4 milioni di famiglie, circa il 35% del totale, per un ammontare nel 2006 di 85,6 miliardi di euro, il 78% in più del 2002. Ma tra gli oltre 8 milioni che vi fanno ricorso, 530.000 famiglie, pari al 6,3%, ammettono di fare fatica a pagare le rate. Il credito al consumo «è un fenomeno dai risvolti contraddittori - sottolinea il Censis - da un lato sostiene il consumo, dall’altro, per le quote di famiglie che non lo utilizzano con la dovuta cautela e accortezza può fare insorgere problemi di sovraindebitamento, con progressivo accumulo di costi non più sostenibili». Tuttavia, spiega ancora il centro di ricerca, sono circa 143.000 famiglie, l’1,7% di chi ricorre alle rate, a non essere riuscite a pagarne almeno una. Secondo il rapporto, circa 6 milioni di famiglie hanno dichiarato di avere avuto difficoltà nel pagamento delle bollette dell’energia elettrica o del gas e circa 4,6 milioni nel pagare le bollette dell’acqua. Non sembrano invece rappresentare un problema troppo assillante i mutui, saliti alla ribalta per la crisi dei subprime e per l’aumento dei tassi di interesse. Unicredit e Intesa-Sanpaolo hanno deciso di concedere la rinegoziazione gratuita dei mutui a tasso variabile.
Italia aggressiva e litigiosa. È la «degenerazione antropologica», la modalità espressiva quotidiana degli italiani. Ne sono teatro gli stadi e le famiglie.
È Cellulare-mania. Il numero dei telefonini continua a crescere. Li possiede l’86,4% della popolazione contro il 92,1% delle tv. Il telefonino è utilizzato dal 76,9% degli uomini e dal 75% delle donne con punte di oltre il 96% fra i giovani di età di 14-29 anni.
Della politica non ci si può fidare. La pensano così 8 italiani su 10. Il 76,1% dice che «nessuno si preoccupa di ciò che accade agli altri» mentre per il 56,4% valgono «di più i propri interessi che gli altri». Sfiducia anche verso le istituzioni: dello stato, 52,4% dice di essere poco o per niente soddisfatto del suo operato.
Solidarietà è selettiva. Per il 69% degli italiani, in caso del bisogno si può contare sull’aiuto degli altri. Intensa è la partecipazione dei cittadini ai problemi della comunità: il 17,9% si organizza con altri per un obiettivo comune. Soprattutto sulla sicurezza nei confronti degli immigrati.
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