Davide Varì Altrettanto dura la Cgil: «Quando il livore xenofobo di alcune realtà del Nord del paese arriva a vietare il diritto alla scuola per i bambini migranti, le coscienze di tutta la società civile devono sentirsi scosse». Insomma la lunga estate della tolleranza zero sembra proprio non finire. Siamo a dicembre e tra decreti espulsioni contro i romeni e lavavetri e ordinanze di esclusione per censo, come quella del comune padano di Cittadella, le iniziative xenofobe sembrano non fermarsi più. Ma forse, almeno questa volta, qualcosa si muove. Anche le tiepide coscienze del piddì hanno abbozzato una reazione di fronte all'ultima trovata del sindaco Moratti. «Tutti i bambini, anche i figli di immigrati senza permesso di soggiorno, hanno il diritto di poter accedere alle scuole per l'infanzia», è stata infatti la dichiarazione comune di un nutrito gruppo di senatori del piddì. «Milano città europea - sottolineano i senatori - non può negare il diritto all'educazione ai figli di immigrati senza permesso di soggiorno, perchè non si può ingabbiare questo diritto dietro le sbarre della sicurezza, oggi tutti i bambini ne godono ed è bene confermarlo». «L'apprendimento, la cultura come i sogni, ci rendono liberi e negarli proprio ai più piccoli significa tarpare le ali ai cittadini di domani. I bambini sono tutti uguali, differenziarli vuol dire diffondere la cultura dell'esclusione e della discriminazione. È singolare che una città come Milano - sottolineano i senatori del Pd- aperta all'integrazione e universalmente riconosciuta come crocevia di culture diverse, subisca una battuta d'arresto proprio su questo punto. Sull'immigrazione - concludono - servono norme certe e chiare, ma impedire la conoscenza significa negare la libertà». Ma l'indignazione per quanto deciso dal comune di Milano arriva da tutta rifondazione. Il segretario lobardo del Prc, Alfio Nicotra, osserva che l'evangelico precetto «"Lasciate che i bambini vengano a me" non vale evidentemente nella città della cattolicissima lady Letizia». «Fa quasi specie - prosegue Nicotra - ricordare alla sindaco ex ministra che esiste il decreto del presidente della Repubblica n. 994 del 1999, a sancire il diritto dei minori stranieri a essere pienamente integrati nel sistema educativo della Repubblica italiana. Ma forse per il centrodestra che da anni governa Milano non siamo più in Italia, siamo in Padania». Duro anche il capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena. «Che la seconda città italiana neghi l'ingresso agli asili nido ai figli di extracomunitari senza permesso di soggiorno è un'ignominia. Già Milano aveva norme assurde per quelle iscrizioni, perché accettava con riserva domande da parte di lavoratori in attesa del rinnovo del permesso per poi cacciarli fuori se questo non arrivava. Adesso la discriminazione è completa: neanche chi è in regola ma in attesa della burocrazia italiana può iscrivere il proprio bambino negli asili milanesi». Russo Spena spiega di protestare a nome di tutto il gruppo: «La sindaca Moratti si vergogni, istruzione, socializzazione e scolarizzazione sono diritti universali». |
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