Sara Farolfi
su Il Manifesto del 21/12/2007
Dal cospicuo pacchetto per le imprese, alle misure per proprietari di case, affittuari e famiglie. Oltre mille commi spalmati in tre articoli. In mezzo battaglie campali, dove a vincere sono, quasi sempre, i soliti noti
Oltre seicento pagine, più di milleduecento commi nascosti in tre maxiemendamenti, ecco la finanziaria 2008. Lievitata da 11 a 16 miliardi, un terzo alle imprese, un terzo alle misure sociali (tra casa e detrazioni varie) e un terzo tra ricerca e infrastrutture, sintetizzano i tecnici del governo. Nel mezzo, una miriade di misure microsettoriali. Dalla riduzione dell’Iva per i corsi mascherati e in costume ovunque tenuti, al dirottamento al ministero dell’Economia del «fondo made in Italy» (sconosciuto ai più). Dal finanziamento dei giochi del Mediterraneo di Pescara, dei campionati di Roma del 2009, fino a quello del festival pucciniano. E naturalmente, campali battaglie dell’ultim’ora. Come il fermo dei tir, che alla fine ha assorbito risorse sottratte all’università, o la vituperata class action, uscita decisamente ammorbidita dall’esame della Camera.Vogliono tutto
Per le imprese scende l’aliquota Ires (dal 33% al 27,5%) e Irap (dal 4,25 al 3,9%), teoricamente compensato con la modifica della base imponibile (interessi passivi e ammortamenti cioè, non saranno più interamente deducibili). La nuova imposizione fiscale avrà decorrenza a partire dal 2008, giusto il tempo alle imprese di digerire le prebende della scorsa finanziaria (il cuneo fiscale). Un regime fiscale semplificato è previsto invece per le micro imprese, quelle che hanno ricavi non superiori ai 30 mila euro annui e che non hanno dipendenti: non saranno soggette a Iva e Irap, nè agli studi di settore e potranno scegliere di pagare un’aliquota forfettaria del 20% sui ricavi. Viene elevata anche l’esenzione ai fini fiscali dei dividendi delle cosiddette partecipazioni qualificate (quelle cioè con le quali si influisce sul controllo della società): altra piccola vittoria delle imprese.
Fiscal drag
L’esame della Camera ha fatto più chiarezza in materia di riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente. Le maggiori entrate future finiranno in un fondo appositamente costituito presso il ministero dell’Economia e serviranno a finanziare maggiori detrazioni (non inferiori al 20% per le fasce di reddito più basse) per i redditi da lavoro dipendente a decorrere dal 2008. E l’incremento dell’extragettito è forse l’unica cosa di cui si può essere sicuri: anche in questa finanziaria la lotta all’evasione fiscale (perseguita con assunzioni di nuovo personale all’agenzia delle entrate, guardia di finanza e dogana), resta un punto cardine.
Casa, fisco e famiglia
Altro capitolo cospicuo della manovra è la riduzione Ici per i proprietari di case che sono il 95% dei contribuenti del paese. L’ulteriore detrazione Ici sulla prima casa è pari all’1,33 per mille della base imponibile, e comunque non superiore a 200 euro annui. Saltata la soglia di reddito, resta l’esclusione dalla misura per castelli, ville e case di lusso. Per compensare le agevolazioni ai proprietari (che contano anche un leggero aumento della deducibilità degli interessi pagati sui mutui, oltre al proseguo delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie), sono state previste anche detrazioni per gli affittuari, in particolari per i giovani tra i 20 e i 30 anni. C’è chi le chiama norme «anti bamboccione », anche se a guardare i numeri non sembra trattarsi di un granchè: 900 euro all’anno, quando gli affitti sono rincarati fino al 50%. Infine, per le famiglie, un’ulteriore detrazione, di 1200 euro, viene riconosciuta ai genitori che abbiano almeno quattro figli a carico.
Il palazzo
La riduzione dei costi della politica, sulla quale tanto baccano è stato fatto, è stata decisamente annacquata nei passaggi finali della manovra. Una sforbiciata alle comunità montane, ma l’ultima battaglia si è giocata sul tetto ai maxi stipendi dei manager pubblici. Il tetto è stato fissato in 274 mila euro all’anno, con un ampia fascia di eccezioni (amministrazioni dello stato, Bankitalia e autorità indipendenti): per costoro però lo stipendio non potrà superare il doppio di quello del primo presidente di Cassazione.
Le cenerentole
Chi dalla manovra esce con il cerino in mano sono gli enti di ricerca che si sono visti decurtare il budget di altri 92 milioni (buona parte dei quali andati a esaudire le richieste degli autotrasportatori).
Come anche il trasporto pubblico locale, in particolare il capitolo «tratte ferroviarie di medio lunga concorrenza», per le quali si va a gran velocità verso la liberalizzazione, con una netta separazione tra tratte profittevoli e quelle (la maggior parte e le più utilizzate) per le quali non è possibile raggiungere l’equilibrio di bilancio: al Cipe il compito di redigere l’elenco dei servizi di utilità sociale, «mantenuti in esercizio tramite l’affidamento di contratti di servizio pubblico».
Varie ed eventuali
Per il controllo dei prezzi dell’agroalimentare, viene istituito un osservatorio presso il ministero delle politiche agricole con il compito di vigilanza, e rendicontazione degli esercizi commerciali più convenienti. Arriva la class action (azione collettiva di risarcimento per i consumatori), ma decisamente limata dall’esame della Camera: vi si potrà ricorrere solo in caso di lesione dei diritti di «una pluralità di consumatori», e in prima udienza il tribunale si pronuncerà sull’ammissibilità della domanda. Anche la norma per limitare i rischi degli strumenti finanziari sottoscritti dagli enti locali per la ristrutturazione del debito, è stata limata: resta la verifica dei contratti da parte delministero dell’Economia, ma scompare il riferimento ai modelli di contratti che il Tesoro avrebbe dovuto, secondo il testo originale, delineare.
Vengono incrementati i fondi per la «difesa», si stanziano 30 milioni per l’«organizzazione del G8 2009» e viene previsto il credito d’imposta per la «sicurezza» (videosorveglianza e via dicendo) dei piccoli esercizi commerciali e tabaccherie.
Infine: viene prevista la sospensione temporanea delle esecuzioni forzose ai danni dei pastori sardi.
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