di Valentino Parlato
su Il Manifesto del 14/10/2007
Il caso degli insulti di Storace al premio Nobel Rita Levi Montalcini dovrebbe sollecitare qualche riflessione di più sullo stato della cultura e non solo della democrazia nel nostro paese. Bene ha fatto Giorgio Napolitano a indignarsi: bisogna dire grazie al Presidente della Repubblica e anche alla sua persona.
Ma il punto è che l'uscita di Storace non è solo di Storace: esprime qualcosa che sta nel profondo ventre della società e della cultura italiana, che - non a caso - ha prodotto il fascismo, l'antisemitismo e tutto il resto. E, aggiungerei, il razzismo in un paese - mi si consenta dire - plurirazziale. Tanto più che Storace, con il suo ghigno popolar-romanesco, si è sentito autorizzato a replicare al Presidente della Repubblica in modo assolutamente irrituale e indegno.
La nostra Repubblica sta attraversando una fase di grave malessere: ci sono le accuse alla «casta» (purtroppo motivate); c'è Grillo; ci sono infiniti insulti e accuse alla Repubblica. Forse sarebbe utile e opportuna una reazione esemplare alle deliranti offese di Storace. Sì, è vero, Francesco Storace è stato eletto dal popolo, ma mi chiedo, e chiedo, può restare nel parlamento italiano un fascista integrale come Francesco Storace? Certo c'è il volere del popolo, ma ci sono anche le leggi, c'è la Costituzione.
La Corte costituzionale, la presidenza della Camera dei Deputati non possono ignorare il comportamento fascista, incostituzionale di un parlamentare che dovrebbe rappresentare non una fazione, ma tutto il popolo italiano. Quel che è accaduto non può essere ridotto a mera cronaca più o meno criticabile. L'offesa (fascista e antisemita) di Storace a Rita Levi Montalcini, e la sua replica al Presidente della Repubblica non possono essere ridotti al folklore della nostra pessima cronaca politica.
Storace ha passato la misura come è proprio dei fascisti e della loro forza. Ma se siamo a questo punto è dovere costituzionale e civile di tutte le istituzioni aprire un giudizio sul caso Storace e decidere che il suddetto Francesco Storace non potrà più avere un posto in parlamento, anche se eletto dal popolo sovrano: anche la sovranità del popolo è sottoposta alle leggi e anche il popolo deve rispettare le leggi. Il caso Storace non può essere ridotto a fatto di cronaca.
Un carissimo compagno, giurista di prestigio e competenza, mi ha detto che non posso sostenere la cacciata di Storace dal parlamento, perché improprio, pericoloso e anticostituzionale, ma che si debba procedere per le vie giudiziarie. Ho replicato esprimendo la mia sfiducia nei processi, che non si sa quando finiscono. In ogni caso almeno una pubblica condanna politica il parlamento la dovrebbe esprimere.
lunedì 15 ottobre 2007
Un fascista di troppo
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