martedì 1 luglio 2008

Dopo la tragedia l'oltraggiosa beffa

Umbria Olii chiede 35 milioni di euro di risarcimento ai familiari e al superstite del tragico incidente del 2006 che uccise quattro operai.

"Per fretta e per stanchezza". E' questa la laconica valutazione di un perito di parte sulle cause dell'esplosione che dilaniò e carbonizzò 4 operai all'Umbria Olii di Campello sul Clitunno vicino Spoleto nel novembre del 2006. E ora la società chiede 35 miloni di euro di risarcimento alle famiglie delle vittime e all'unico superstite. Colpevoli d'aver usato un saldatore a fiamma ossidrica per l'istallazione di una passerella tra due silos dov'era presente gas esano altamente esplosivo.

L'amministratore delegato della società - Giorgio Del Papa - indagato per disatro colposo con l'aggravante della possibile previsione dell'evento e la violazione delle norme di sicurezza contrattacca evidenziando che proprio l'uso del tipo di saldatura è stata la causa del tragico evento. E' stata cioè l'imperizia degli operai ad averli uccisi. Possiamo immaginare le condizioni di lavoro dei quattro operai dipendenti di una ditta a cui era stata appaltata la manutenzione, in un ambiente previdibilmente pericoloso (come sotolinea la Procura di Spoleto). Possiamo in questo dare ragione al perito del'azienda: fu proprio fretta e stanchezza a ucciderli. La fretta del profitto e la stanchezza dello sfruttamento. Aggiungiamoci la logica dell'appalto, con i suoi ritmi di lavoro e la mancata messa in sicurezza degli ambienti che per le aziende si traduce solo in uno spreco di soldi ed ecco il mix davvero esplosivo in cui i quattro lavoratori trovarono la morte. Suona quindi un'ulteriore offesa la richiesta di risarcimento alle vittime, un atto intimidatorio verso i familiari che vogliono verità e giustizia.

Possiamo dirla con un brano della canzone dei 99 Posse, Povera vita mia: "figurati se c’hanno orecchie per sentire chi gli parla di riduzione dell’orario di lavoro per loro se dopo otto ore di lavoro sei stanco, fai una cazzata e muori è un peccato e manco per la tua vita quanto per la pensione che hanno cacciato e comunque hanno risparmiato rispetto all’assunzione di nuove persone a pieno salario è questo lo straordinario obbligatorio chi vola alle Bahamas e chi va all’obitorio".
Adesso chi va all'obitorio deve anche chiedere scusa. (D.G.)

Roma 30/06/08

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