domenica 3 febbraio 2008

Intervista al capogruppo di Rifondazione al Senato: «Berlusconi ha in mente un'operazione alla Sarkozy Apre al leader del piddì per realizzare il pres

Russo Spena: «Insiema a sinistra partiti e associazioni. Alla pari»

Frida Nacinovich

da Liberazione 02/02/2008

Domanda secca per Giovanni Russo Spena: c'è ancora qualche possibilità di approvare una nuova legge elettorale prima di andare al voto?
Rifondazione è disponibile ad appoggiare un governo a termine per cambiare la legge elettorale. E la seconda bozza Bianco potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Vogliamo rompere questo bipolarismo coatto e muscolare che crea coalizioni eterogenee. Berlusconi presenterà un'alleanza che va dai nazisti a Dini e Mastella.

Anche i nazisti?
Berlusconi ha portato nel suo schieramento forze fasciste che rivendicano il loro fascismo. Forze che potrebbero governare il paese.

Domanda per il capogruppo di Rifondazione a palazzo Madama: la sinistra è unita? Si presenterà unita alle prossime elezioni?
Ci presenteremo come sinistra. Per sconfiggere Berlusconi e la sua alleanza con forze fascistiche, per offrire un'alternativa al partito di Veltroni.

Come farete ad evitare che il nuovo soggetto della sinistra sia solo una somma di partiti? Di gruppi dirigenti?
La sinistra l'arcobaleno non metterà in lista solo dirigenti di partito, ma anche movimenti e realtà territoriali. Di più: penso che un processo unitario si costruisca con le associazioni, che secondo me dovrebbero entrare al 50% nei coordinamenti, nelle strutture locali, nelle liste. Bisogna riuscire a cancellare l'idea che abbiamo fatto poco per distinguerci dagli altri. Dobbiamo berlinguerianamente essere diversi e apparire diversi. Essere percepiti come diversi da quel popolo in fuga dalla politica che si affida al grillismo.

Il piddì ha posto la questione del referendum Segni-Guzzetta. All'improvviso nel partito di Veltroni hanno ritrovato la voce i sostenitori del referendum.
Un referendum dal dubbio profilo costituzionale, un referendum che delineerebbe una legge ipertruffa, un bipartitismo che invece di eliminare la frammentazione consegnerebbe ai voltagabbana e agli opportunisti della politica un enorme potere ricattatorio. Invece il sistema elettorale tedesco è chiaro: una testa, un voto. Berlusconi ha in mente un'operazione alla Sarkozy. Apre al leader del piddì perché con Veltroni vuole realizzare il presidenzialismo. E Veltroni a sua volta pare mirare al medesimo obiettivo: è di ieri la richiesta di larghe intese subito, lo stesso farà dopo le elezioni. L'ennesima dimostrazione che il Pd non è affatto alternativo alla destra come pretende di essere. Allora la sinistra deve riscoprire il conflitto sociale e al tempo stesso tessere un rapporto con le istituzioni. Bisogna ricostruire l'etica della politica. Penso a una riforma morale per restituire alla politica il suo ruolo di servizio.

Diciamo la verità: non è che le forze della sinistra italiana in questi ultimi due mesi abbiano brillato per visione unitaria. Basta pensare alla discussione sulla legge elettorale.
Dietro le divisioni sulla legge elettorale c'è una grande questione. Non vorrei affondare il bisturi, ma c'è chi pensa la sinistra unicamente come forza di governo. Ecco perché vuole l'obbligo di coalizione. Sono convinto invece che la sinistra non abbia di per sé una vocazione di governo. Si può stare al governo oppure all'opposizione, dipende dalle circostanze.

Quando si andrà a votare? C'è chi parla di aprile, chi di maggio, chi azzarda giugno.
Credo che andremo a votare molto presto e con una pessima legge elettorale. La sinistra deve essere unita per non cadere nella tagliola Veltroni-Berlusconi.

Fra il grande centro e il centrodestra berlusconiano sembra essersi aperta una frattura. Confindustria e Vaticano chiedono di approvare la legge elettorale, ma Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi hanno convinto Pierferdinando Casini a far rinascere la Casa delle libertà per andare al voto.
I poteri forti hanno di fatto messo in crisi il governo Prodi, impedendo qualsiasi provvedimento capace di riscuotere consenso sociale. Il problema è la scissione fra proposta e contenuto. Infatti ora chiedono la riforma elettorale, nella speranza di agevolare la formazione di una grande coalizione. Proprio per questo un'intesa tra Veltroni e Berlusconi può essere pericolosa. Bisogna riscoprire un'idea democratica della vita istituzionale.

Le ultime notizie raccontano che Veltroni addossa la responsabilità della crisi di governo ai ministri che hanno manifestato in piazza.
Un'assurdità.

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