da L'Arena 7/1/2008
Morire per lavoro, mentre si sale su un’impalcatura, mentre un macchinario impazzisce e ti stritola, mentre controlli una vasca per il raffreddamento.
Sono 16 le persone che hanno perduto la vita nei luoghi di lavoro nell’anno appena chiuso. L’ultimo è stato un capoturno delle fonderie Biasi, morto nel giorno in cui doveva essere in sciopero, dopo essere entrato in azienda per un controllo. L’uomo è caduto nella vasca di raffreddamento del materiale ferroso.
Gli infortuni si verificano soprattutto nei cantieri edili, ma anche in agricoltura. A morire sono spesso giovani immigrati arrivati in Italia per cercare un lavoro e fortuna.
In marzo, in uno stabilimento di Padova specializzato nelle manutenzioni persero la vita due operai dell’Est a causa dell’esplosione di un forno di ghisa. Sempre nello stesso mese padre e figlio morirono asfissiati in una cisterna per la raccolta di acqua piovana a Tregnago.
Ma i dati Inail del 2007 sono davvero poco confortanti, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori interinali con contratti a progetto, sono 400 quelli che si sono infortunati durante l’ultimo anno nella nostra provincia. Spesso si tratta di persone che cambiano tanti lavori e quindi la preparazione non è sufficiente, altre volte il lavoratore agisce in maniera superficiale, pensando che non possa accadergli niente di grave proprio perchè invece è molto esperto. Ed è questo atteggiamento che invece gli fa compiere degli errori.
C’è poi tanto lavoro sommerso, che impiega manovalanza clandestina. Muratori, soprattutto romeni e moldavi vengono invece utilizzati in edilizia, spostati da un cantiere all’altro che subappalta fino a tre volte. Organizzazioni che procurano manovalanza, accompagnando i lavoratori direttamente sul cantiere e prendendosi percentuali sugli ingaggi.A.V.
lunedì 7 gennaio 2008
Verona: Morire di lavoro Dati in crescita
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