venerdì 7 dicembre 2007

ThyssenKrupp. E' strage. Morti altri due operai

Le vittime di questa infame tragedia salgono a tre. Dopo Antonio Schiavone, morto ieri tra le fiamme dell'incendio sviluppatosi all'interno dell'acciaieria, questa mattina è morto Roberto Scola, e oggi pomeriggio anche Angelo Laurino non ce l'ha fatta. Rispettivamente 36, 43 e 32 anni, lasciano tutti bambini piccoli. Roberto è morto alle sette di stamane al Cto di Torino. Angelo alle 17 di questo pomeriggio. In ospedale restano ancora tre operai che stanno lottando tra la vita e la morte, con ustioni tra il 60 e il 90 % del corpo.

Ieri, per tutta la giornata i lavoratori si sono trovati davanti alla fabbrica, tra dolore e rabbia.

Le testimonianze sembravano
provenire da un girone dantesco. «Le fiamme ci hanno investito, sembrava un'onda anomala del mare, ma anzichè acqua era fuoco». Racconta sconvolto Antonio Michele Boccuzzi (operaio, 34 anni) nell'incendio all'acciaieria - scoppiato all'1.30 nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione - ha subìto ustioni di secondo grado al viso e alla mano. La Thyssen è a ciclo continuo (la lavorazione è ininterrotta) e Boccuzzi che ci lavora da dodici anni, è uno di quegli operai che stanotte facevano straordinari (sudati e maledetti) sulla linea 5. Dodici ore consecutive di lavoro. Continua: «C'è stato un piccolo incendio, dell'olio che bruciava. Pensavamo di riuscire a spegnerlo e abbiamo preso gli estintori. Ma le fiamme si sono velocemente allargate e alzate, poi ci sono state delle esplosioni. Se chiudo gli occhi vedo ancora le facce dei miei colleghi. Erano torce di fuoco. Ho cercato di aiutarli, strappavo loro i capelli bruciati, pezzi di vestiti».

Solo che tre estintori su cinque erano vuoti e funzionavano male. Fabio Simonetta aggiunge questi particolari terribili. Anche lui ustionato dimesso dall'ospedale, è andato subito davanti alla fabbrica a raccontare cosa è successo. Ad ascoltarlo c'è un centinaio di colleghi. Sono tutti giovanissimi. Piangono, sconvolti. Nessuno entra in fabbrica. Ci sono anche ex lavoratori in pensione, qualcuno dei quali ora nell'acciaieria ha il figlio, ci sono sindacalisti e delegati, esponenti delle istituzioni. Giovanni Pignalosa, operaio della Thyssenkrupp e delegato della Fiom stanotte nello stabilimento c'era anche anche lui, in un altro reparto. Intossicato dai fumi dell'incendio ha passato la notte all'ospedale. Anche lui è andato di corsa allo stabilimento. «Mi hanno chiamato e sono corso subito. Ho visto l'inferno, una scena tremenda. Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava 'Aiutatemi, muoio. Ma era impossibile avvicinarsi, tirarlo fuori», racconta singhiozzando. Poi aggiunge: «Abbiamo aiutato alcuni operai, ustionati ma in grado di camminare, ad uscire dallo stabilimento. Se chiudo gli occhi vedo quegli operai in mezzo al fuoco, tre in piedi e due a terra. Erano quasi completamente carbonizzati, irriconoscibili. Nelle orecchie ho ancora le loro urla».

«Non si può morire in un'azienda che sta smantellando, dove si chiede agli operai di fare straordinari e lavorare dodici ore consecutive», afferma Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom torinese. «Gli operai vanno via di giorno in giorno dalla fabbrica - racconta un lavoratore - perchè ormai è finita. C'è chi trova un altro lavoro o accetta il trasferimento a Terni. E così i reparti si svuotano e si sposta la gente, si chiedono straordinari». alla fine il bilancio di questa ennesima strage sui posti di lavoro è di un morto, nove feriti, di cui tre in condizioni gravissime.

La ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di trasferire tutta l'attivita' produttiva na Terni. A Torino lavorano ancora circa 200 dipendenti. "Vogliamo capire davvero cosa sia successo, quali siano le responsabilita' reali''. Dice Fabio Carletti, delegato sindacale della Fiom. Domani i sindacati e i delegati incontreranno la direzione del gruppo. «Questi ragazzi hanno bisogno di aiuto», dice con le lacrime agli occhi Angelo Portiello, 49 anni, uno dei lavoratori in mobilità verso la pensione.

Proclamato per venerdì 14 sciopero nazionale di due ore dei lavoratori metalmeccanici per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Altre otto ore di sciopero sono state invece proclamate da Fim, Fiom e Uilm per la città di Torino e Terni, sede del gruppo metalmeccanico ThyssenKrupp. "Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti. Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro", ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo a nome dei tre sindacati.

Oggi i rappresentanti sindacali incontrano i vertici dell'Unione industriale di Torino. "Confido che il lavoro della magistratura possa portare presto a determinare le cause della tragedia", ha detto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. "Ancora una volta un grave incidente conferma purtroppo che il problema della sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale". (d.g.)

Roma, 6 dicembre 2007 - aggiornato 7 dicembre 2007

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