Vicenza. Il corteo si dirige al tendone del Presidio per concludere la giornata
Un nuovo corteo formato dai vicentini a da quanti si fermeranno in città per la serata. ma anche per partecipare ai workshop di domani, si sta dirigendo alla volta del tendone che ospita il Presidio Permanente No Dal Molin.
E’ proprio qui, al tendone di Ponte Marchese, luogo simbolo del No Dal Molin e metafora della determinazione dei vicentini, che si concluderà la giornata di oggi, con musica dal vivo, interventi e anche con una cena calda.
I commenti a caldo da Vicenza
Mancini (Cgil): "Estendere la mobilitazione all'intero Paese": “Dopo la grande e serena manifestazione di oggi la mobilitazione deve proseguire ed estendersi all’intero Paese. L’appello lanciato da autorevoli dirigenti nazionali della Cgil e dell’Arci deve essere raccolto. Obiettivo cento piazze d’Italia. Cento gazebo a sostegno della moratoria. Centinaia di migliaia di firme da raccogliere nelle piazze, nei luoghi di lavoro e nelle scuole per sostenere l’iniziativa parlamentare a sostegno della moratoria e del diritto della popolazione vicentina di decidere il proprio futuro. E’ questo l’impegno della Cgil nelle prossime settimane”. Ad annunciarlo Oscar Mancini, segretario generale della Cgil vicentina, al termine della manifestazione di oggi Dario Fo: "Governanti ciechi e sordi":’Una manifestazione come questa dovrebbe fare impressione ai governanti, ma sono ciechi, sordi. Non sentono, non seguono, non vedono, non si rendono conto delle cose. Anche la gente della sinistra, i dirigenti della sinistra non si rendono conto dell’importanza che hanno queste manifestazioni, della costanza, della voglia assoluta di sentirsi cittadini di queste persone e non un insieme di gente che non conta niente’’. Ha detto Dario Fo ancora al corteo di Vicenza.Russo Spena: "Serve la moratoria sulla base": “Oggi Vicenza e i pacifisti tornano a dire che la seconda base Usa non deve essere costruita, è una bellissima manifestazione, tranquilla e colorata ed è emozionante vedere i vicentini che entrano nel corteo mentre si snoda per la città”. Il capogruppo Prc al Senato Russo Spena lo dichiara in una nota dalla città veneta mobilitata dal comitato No Dal Molin.
“Rifondazione non ha mai accettato–sottolinea l’esponente di Rifondazione–la scelta di ampliare la base di Vicenza contro la volontà della popolazione locale e continuerà la battaglia perché il governo rispetti gli impegni assunti con gli elettori. Con questo voglio dire–aggiunge Russo Spena–che sulla base deve essere stabilita una moratoria fino a che non verrà fatta la conferenza nazionale sulle servitù militari, un punto del programma dell’Unione sul quale ci sentiamo traditi dagli alleati. E questo è uno degli argomenti della verifica di gennaio”. “Voglio aggiungere che sono rimasto davvero sconcertato per la presa di posizione su Vicenza del presidente Napolitano. Non me l’aspettavo–conclude–da un uomo della sua sensibilità democratica”.Cento: "Caro Prodi, questa base non s'ha da fare": Da Vicenza viene un bel segnale di ‘non violenza’, civiltà, pacifismo ed un messaggio chiaro al Governo: caro Prodi, questa base non s’ha da fare, ci vuole una moratoria". A parlare è Paolo Cento, sottosegretario all’Economia della ‘Sinistra Arcobaleno’ presente al corteo, si parla di 40-50 mila persone, contro la base militare.
“Hanno ragione i vicentini a dirsi ‘invisibili’ e lo sono per le istituzioni e per la politica–spiega Cento–sorde alle loro richieste: ma deve esser chiaro che sulla base il Governo Prodi si gioca gran parte della sua credibilità: ci vuole un moratoria come chiede la pacifica e civile comunità di Vicenza”.
Cento taglia corto sulle affermazioni del Presidente della Repubblica, “la piu’ alta carica della Repubblica deve star fuori dalla polemica” ma prende di petto il Governo di centro-sinistra che, avverte, “deve rispondere alla richiesta di moratoria che viene dalla comunità vicentina” e lancia infine un monito: “Guai ad inviare le forze dell’ordine a Vicenza contro una popolazione che sta facendo resistenza passiva, non violenta e pacifica: una cosa del genere sarebbe l’apertura immediata della crisi”.
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