lunedì 10 dicembre 2007

"Decameron" chiude. L'azienda: «Ha offeso Giuliano Ferrara»

La7, Luttazzi sospeso.Il cdr: «Colpa degli spot» di Castalda Musacchio

Lui? Non ci sta. «Mi aspetto le scuse o perlomeno una spiegazione valida». Le giustificazioni del management di La7 nella persona di Antonio Campo Dall'Orto (Amministratore delegato, nonché direttore di rete del polo televisivo) non lo convincono proprio. E ieri sera Daniele Luttazzi era ancora lì in studio a registrare la puntata che non andrà in onda dedicata all'enciclica del Papa. Sta di fatto che il "pluricensurato" comico (sin dai tempi di Craxi e poi ancora vittima, insieme a Biagi e Santoro, dell'editto bulgaro di berlusconiana memoria) è tornato a far parlare di sé.

«Dall'Orto ha deciso di sospendere la trasmissione a causa di un monologo a dir poco grottesco e mi ha inviato la notizia con un sms: non mi sembra molto corretto», spiega. «Inoltre non si sa bene il perché di questa sospensione».
Il comunicato aziendale è piuttosto chiaro: e riferisce che lo stop allo show è stato deciso perché - questa la spiegazione formale - «Luttazzi ha gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara che con la stessa La7 collabora da anni come conduttore di "Otto e mezzo"». Nella puntata di sabato scorso, in replica giovedì, il "passaggio" incriminato prende di mira il noto conduttore della rete televisiva con toni effettivamente "boccacceschi". Eppure, lo stesso Ferrara non ha voluto in alcun modo commentare il fatto. E - continua Luttazzi - «Campo Dall'Orto mi ha detto che non l'ha neppure sentito. Quindi non si è nemmeno offeso il diretto interessato». La faccenda si fa piuttosto seria anche perché la direzione di La7 si riserva di «considerare la questione anche sotto il profilo legale».
Eppure, la sospensione di Luttazzi, a sentire il Cdr, puzza di bruciato. «Per quanto ci riguarda - spiega Adalberto Baldini, membro del comitato di redazione - una volta appurata la notizia della sospensione abbiamo subito emesso un comunicato ufficiale chiedendo alla direzione del Tg, l'altra sera, di darne notizia. E a sorpresa ci è stato risposto di no. Una vera e propria censura nella censura». Ieri il direttore delle news Antonello Piroso ha respinto al mittente tutte le accuse. Ma il Cdr è pronto a chiedere tutti i chiarimenti possibili. «Siamo convinti che la sospensione di Luttazzi - sottolineano - nasconda ben altro». «Il discorso - continua Baldini - è ben più ampio: quando un paio di settimane fa si parlava dell'inciucio Rai-Mediaset l'unica tv a non parlarne affatto è stata proprio La7». Il dubbio viene. «Come mai - si chiede il rappresentante sindacale - La7 non protesta? Perché non fa sentire la sua voce? Forse perché fa parte anch'essa di questo grande "mercato tv" italiano?
Luttazzi - aggiunge - con la sua trasmissione ha fatto in prima serata 2 milioni e 700mila spettatori, e il nostro parere è che abbia cominciato a dar fastidio ai grandi network che raccolgono pubblicità come Publitalia e Sipra. La nostra idea è che questa sospensione, avviata inoltre su una replica e non quando è andata in onda la prima serata di Decameron, non sia affatto legata ai contenuti ma a mere logiche industriali. Comunque - continua - noi abbiamo una professionalità e un'autonomia da difendere». Ed è per questo che come Cdr - promettono - «andremo fino in fondo». Anche lui, Daniele Luttazzi, non intende affatto cedere.
Con questo gesto - sottolinea il comico - l'ad di Telecom Italia Media «rischia di mandare in fumo il suo lavoro di tre anni, anni in cui aveva creato un' emittente che dava l'immagine di una rete libera.
Mentre ora chiude un programma per una battuta con cinque puntate già registrate nel cassetto?».
La motivazione «è che si tratta di un insulto ma non lo è. Quell'insulto - aggiunge Luttazzi - rappresentava solo un'immagine in una articolata pagina di satira che si lega alla tradizione di Ruzzante e che era collegata ad Abu Ghraib. Un monologo a cui ho lavorato un anno e mezzo», dice con rammarico. Insomma tutto questo - aggiunge - «per me è una cosa umiliante e finché non ho la comunicazione ufficiale dagli avvocati resto qui al lavoro.
E anche se so che non andrà in onda sto lavorando alla prossima puntata». L'augurio? «E' che possa finalmente lavorare in un paese dove è possibile esprimere le proprie opinioni liberamente. Adesso?», conclude. «Non posso far nulla, posso solo aspettare; ma mi auguro davvero che ci ripensino».

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