Il vertice dei ministri tenutosi ieri in tarda serata ha autorizzato il premier Romano Prodi a porre la fiducia sul ddl welfare. Il ministro Ferrero si è astenuto sulla decisione presa anche perché non si è chiarito se la fiducia andrà posta sul testo del governo o su quello modificato in commissione lavoro alla Camera. La decisione in ogni caso spetta alla Presidenza del consiglio. Vannino Chiti, ministro per i rapporti con il parlamento, ha ricordato in proposito che “sulle quattro modifiche apportate il parere del governo è stato contrario”.
A votazioni sospese il presidente del consiglio Romano Prodi ha incontrato in mattinata a Palazzo Chigi il presidente di Confindustria Montezemolo e il direttore generale di Federmeccanica Maurizio Beretta.
All’incontro, presente anche il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, gli imprenditori hanno nuovamente espresso il loro parere negativo sulle modifiche al protocollo. Il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, in un’intervista al Corriere ha dichiarato: “Non ci stiamo, se il testo resta così dobbiamo considerare finita la fase della concertazione. Cosa abbiamo discusso a fare in questi mesi - ha aggiunto - se poi fanno quello che vogliono?”.
Per il Prc la battaglia in Aula è ancora aperta. Ciò su cui Rifondazione punta i piedi è soprattutto il “diritto di precedenza” per i contratti a termine, emendamento al momento bocciato in commissione.
Alla ferma posizione del Prc risponde ancora una volta Lamberto Dini, che con i suoi accoliti si dice di nuovo pronto a votare no al ddl, se il governo accogliesse le richieste “della sinistra radicale”, cosa già avvenuta secondo Dini nell'accordo rivisto alla Camera dove si prevedono aperture in materia di lavori usuranti.
In un’intervista al Quotidiano nazionale, l'ex premier, che aveva votato la Finanziaria appellandosi all' ”etica della responsabilità”, chiarisce questa volta sarebbe pronto a votare no proprio per le stesse ragioni. Con le modifiche apportate alla Camera, ha detto Dini “si configura un aumento di spesa notevole rispetto ai 10 miliardi iniziali”. Il presidente del Consiglio , ammonisce il senatore, deve guardarsi dal partito “tassa-e-spendi” che a suo avviso sarebbe rappresentato dalla sinistra radicale. Ma è lo stesso relatore Del Bono a smentirlo. "Le modifiche introdotte in Commissione", ha detto "non comportano alcun aumento di spesa".(amb)
23 novembre 2007
sabato 24 novembre 2007
Welfare. Il consiglio dei ministri autorizza la fiducia
Il Prc insiste sulla precedenza per i contratti a termine. Dini pronto a votare no
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