domenica 21 ottobre 2007

Welfare. Dal nuovo protocollo uno schiaffo ai precari

(Liberazione, 18 ottobre 2007)
di Fabio Sebastiani

Si blocca il meccanismo della reiterazione, ma non si stabilizzano gli atipici attuali. Il gioco delle esenzioni


Il calendario del 2007 fa un balzo indietro di quasi tre mesi. Almeno quello di palazzo Chigi, che torna al 23 luglio. Anzi, se possibile anche un pochino più "indietro" considerando che il nodo della precarietà resta tutto ancora da sciogliere. Qualche passo in avanti sulla previdenza, che rende effettive le finestre, più esigibile la soglia del 60% e più favorevole ai sindacati il percorso sulla revisione dei coefficienti.

Per quanto riguarda la precarietà, invece, da una parte, le nuove norme stabiliscono che i nuovi contratti a termine non potranno avere più di una singola proroga oltre i 36 mesi. Dall'altra, però, per quei lavoratori che hanno già accumulato precedentemente al 1 gennaio 2008 un certo numero di mesi di contratto a termine e che siano assunti dalla stessa azienda dopo il 1 gennaio 2008 è previsto che le nuove regole siano applicate dopo 15 mesi dall'entrata in vigore della legge, presumibilmente quindi da aprile 2009. Non solo, proseguiranno con la vecchia disciplina quei lavoratori attualmente occupati che hanno già un contratto in essere ai quali l'azienda decida di rinnovare il contratto a termine. Un vero proprio colpo basso che equivale a un "tragico gioco dell'oca": torna alla casella di partenza! Sono esentati dall'applicazione delle nuove norme, infine, i lavoratori stagionali le cui attività sono ricomprese nell'elenco contenuto nel Dpr del 1963 nonchè di quelli che saranno individuati dagli avvisi comuni e dai contratti collettivi nazionali. Qui c'è un sorta di bomba ad orologeria in quanto questa "lista nera" potrebbe essere ampliata. Suona un po' come un contentino, quindi, il paragrafo sul diritto di precedenza. In pratica, i lavoratori che nell'esecuzione di uno o più contratti a termine presso la stessa azienda, hanno prestato attività lavorativa per un periodo superiore ai 6 mesi hanno diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro entro i succesivi 12 mesi, quindi entro un tempo limitato, con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine. Anche i lavoratori assunti a termine per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza rispetto a nuove assunzioni a termine da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali.

Ovviamente, il giudizio dei sindacati, che proprio oggi terranno a Roma una nuova sessione degli attivi unitari. «Il nostro giudizio è positivo - dice il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini - perchè conferma che le parti sociali hanno permesso di chiarire le parti controverse e hanno dimostrato che il protocollo poteva essere tradotto in legge. È per questo che è significativo che ci sia la sigla di tutte le parti sociali». Disco verde anche dalla Uil. «Siamo riusciti a modificare il testo uscito dal Consiglio dei ministri riprendendo i contenuti del protocollo», dice il segretario confederale, Antonio Foccillo. «È positivo che alle parti sociali si restituisce il ruolo di soggetto contrattuale». Secondo la Cgil, «ora c'è un parere condiviso tra le parti sociali nella trasposizione delle norme nel Ddl. Questo parere - sottolinea il segretario confederale, Fulvio Fammoni - comporta avanzamenti nella stesura del testo uscito dal Consiglio dei ministri e li consolida». Le modifiche apportate al Ddl varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, rileva il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, rispettano lo «spirito del protocollo di luglio. Ci auguriamo si possa ora procedere nei tempi previsti all'approvazione del Ddl senza ulteriori colpi di scena in Parlamento». Il segretario generale della Cgil ha commentato: «Posso dire finalmente che il testo del governo corrisponde esattamente all'accordo firmato con le parti sociali il 23 luglio scorso».

Confindustria, alla fine, è soddisfatta, ma non lo dà a vedere. E si dice pronta da subito a rilanciare la partita su almeno due punti: previdenza e modello contrattuale. «Avevamo concordato che dopo il referendum ci vedevamo», commenta a caldo il vice presidente dell'associazione degli imprenditori italiani al termine dell'incontro di palazzo Chigi. «Cisl e Uil sono d'accordo e la Cgil ha mandato un segnale di dispoibilità per un incontro a Montezemolo. Ora dobbiamo decidere quando vederci ma penso che sia una questione di qualche giorno, al massimo di qualche settimana».

Negativo, infine, il commento di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom. «Mi pare si sia riusciti a creare un ginepraio - dice - con una interpretazione negativa e peggiorativa dello stesso accordo del 23 luglio. Il risultato è che nessuno di coloro che oggi è al lavoro con contratti a termine in virtù di tale norma potrà essere stabilizzato. C'è una ragione in più per dire che così non va proprio e per andare in piazza il 20 ottobre».



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