giovedì 11 ottobre 2007

Il «precarity day» raccoglie migliaia di voti

da il Manifesto 10/10/2007

Diecimila «invisibili» votano nei seggi della consultazione precaria. Verso lo sciopero generale del 9 novembre, proclamato dai sindacati di base
s.f.
Roma

Diecimila voti soltanto nella giornata di ieri. Una trentina, i presidi dove sono stati allestiti seggi elettorali per la consultazione degli «invisibili». Alla domanda, «che cosa ne farete?», ancora una risposta non c'è. Ma i movimenti, centri sociali e sindacati di base che hanno sottoscritto l'appello della consultazione precaria, e che ieri hanno organizzato il «precarity day», si preparano ad annunciare le prossime iniziative. Verso lo sciopero generale proclamato dai sindacati di base per il 9 novembre prossimo.
Occupazioni simboliche in una decina di città, seggi «itineranti» allestiti all'ingresso di agenzie interinali, ispettorati del lavoro e centri per l'impiego. Il risultato? «Un sacco di gente si è fermata, incuriosita, e ha deciso di votare» racconta Nunzio D'Erme che ieri ha partecipato all'occupazione dell'ispettorato del lavoro a Roma. Un'occupazione simbolica, come lo sono state in tutto il territorio, organizzata da Action e con la partecipazione dei comitati per il diritto alla casa, di alcuni centri sociali e sindacati di base. Con un po' di «maretta», dicono, quando sono intervenute alcune decine di carabinieri in borghese che per l'ispettorato lavorano, e che non volevano striscioni e manifesti. Ma quella di ieri, per gli organizzatori, era la giornata dei precari e di tutti gli «invisibili». Tutti quelli «tagliati fuori dalla consultazione», invitati a votare su un accordo «che non fa che alimentare la precarietà».
La consultazione precaria invita comunque a votare «no» sul protocollo del 23 luglio anche nei seggi dei confederali. Sul come farne pesare l'esito, ancora risposte non ci sono, si diceva. «Ma è chiaro che si tratta di un momento verso lo sciopero del 9 novembre - spiega ancora Nunzio D'Erme - Come anche di un modo per dare forza alle posizioni della Fiom». Dice Francesco Caruso: «Abbiamo intercettato molte persone che volevano votare ma semplicemente non sapevano come e dove farlo». E quindi, tira le somme, «se maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare verso maometto»

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