Con Jasmine sono 60 gli omicidi in Veneto Mentre i colleghi della giovane schiacciata da una pressa scioperavano, a Meolo moriva un altro operaio
il Manifesto 20/09/2007
di Orsola Casagrande
Le due ragazze romene si guardano e non possono che sorridere, lo sguardo smarrito, di fronte al fiume in piena che è la ragazza che sta loro di fronte. Efficiente, rapida, voce squillante sta spiegando alle due giovani come compilare la scheda (quattro pagine) di iscrizione all'agenzia interinale. «Qui i vostri dati anagrafici - dice a velocità supersonica - qui le vostre esperienze lavorative, qui la vostra carriera scolastica e qui scrivete i vostri punti di forza e di debolezza e in ordine decrescente le mansioni per le quali pensate di avere più attitudine».Le due ragazze prendono il modulo si siedono e restano lì a guardare il foglio. «Volevamo sapere se c'erano corsi di italiano - dice una - per imparare la lingua, figurati se sappiamo riempire questi fogli». Le due ragazze hanno saputo del terribile incidente sul lavoro in cui ha perso la vita la giovanissima Jasmine Marchese: schiacciata da una pressa di 10 tonnellate, alle dieci e mezza di sera durante il turno notturno.Jasmine aveva 20 anni, lavorava alla 3B di Salgareda (in provincia di Treviso). Era una lavoratrice interinale. Nonostante le difficoltà con la lingua, tutti ieri mattina all'agenzia interinale mestrina, sapevano che cosa era accaduto.Come un tam tam la notizia della morte di Jasmine è arrivata ai tanti che ogni giorno fanno il giro delle agenzie. Tutti quelli con cui parliamo hanno un amico che lavora o ha lavorato in una delle tante fabbriche del nord est. E le notizie degli incidenti passano di luogo in luogo, tramandate oralmente.Il ragazzo senegalese, giovanissimo, che ha perso quattro dita di una mano lavorando come interinale in una fabbrica metalmeccanica del trevigiano è di nuovo qui, in agenzia. Spera che gli trovino qualcosa da fare. Qualunque cosa. «Devo mangiare - dice - pagare l'affitto. Vivere». Ecco, qualunque cosa per vivere. Questi sono i due punti forza su cui lavorano le agenzie interinali, prodotto delle leggi Treu e Biagi. «Jasmine Marchese - dice Emilio Viafora, segretario generale della Cgil del Veneto - è stata la sessantesima morte bianca nella nostra regione dall'inizio dell'anno». Mentre gli operai, colleghi di Jasmine, scioperavano davanti alla fabbrica, a Meolo (nel veneziano) un artigiano di 35 anni, Alessandro Marin, è morto (e così le vittime sono diventate 61) cadendo dal tetto che stava sistemando. «Non è più accettabile che nella nostra regione - aggiunge Viafora - ci sia una media di oltre 400 incidenti ogni giorno lavorativo e una media di più di 9 morti sul lavoro al mese». Il sindacato ha annunciato l'apertura di una campagna sulla sicurezza a partire da assemblee che si terranno nei luoghi di lavoro.La morte di Jasmine riporta in primo piano la questione dei lavoratori interinali con periodi di ingaggio spesso di pochi giorni, settimane o qualche mese ai quali scarsamente viene fatta formazione, tanto meno in materia di sicurezza. Ed è infatti tra la figure con rapporto di lavoro precario che la maggior incidenza di infortuni in Italia è riscontrabile. Nel Veneto ancor più che a livello nazionale; tra le donne ancor più che tra i maschi. Nel solo ambito del lavoro interinale, in Italia dal 2004 al 2006 gli infortuni sono cresciuti del 19,69%, ma l'aumento tra le donne è stato del 21,66%. Nello stesso periodo il Veneto ha toccato la cifra record di un più 25,72%.La Cgil ha deciso di aprire confronti provincia per provincia sia con le agenzie di lavoro interinale che con le imprese per valutare lo stato di attuazione delle normative. «Basta con il mercato degli interinali, basta con il sistema dei lavoratori usa e getta», dice Patrizio Tonon segretario regionale della Cgil. Nel Veneto, nel 2006, si sono avute 70.000 assunzioni di interinali, per i periodi più disparati. «Non ci possono essere incertezze nei confronti di chi mette a repentaglio la salute e la vita dei lavoratori».Conclude Viafora - «la legalità e il rispetto delle leggi in materia di sicurezza vanno garantiti con il rafforzamento della vigilanza e della prevenzione rilanciando in primo luogo gli Sisal». Per i sindacati vanno aiutate le aziende nella formazione preventiva e va garantita l'applicazione delle leggi con sanzioni adeguate alla gravità delle violazioni. Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di organizzare iniziative con assemblee in tutti i luoghi di lavoro a partire già dalla prossima settimana.
venerdì 21 settembre 2007
Morti sul lavoro
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