da www.repubblica.it
Il Presidente della Camera Fausto Bertinotti
ROMA - "Una vecchia regola della politica è che i vuoti si riempiono. Certo, non sempre i materiali che riempiono il vuoto sono eccellenti, ma non possiamo prendercela con chi li riempie". Il presidente della Camera Fausto Bertinotti dice la sua sul caso Grillo e V-day. Dice che "quel segnale non va sottovalutato" ma che questo non significa dargli una valutazione positiva. In qualche modo dà loro ragione, più nel merito - c'è una crisi della politica - che nel metodo dal vago sapore populista e qualunquista.
Il presidente della Camera non dimentica il suo animo movimentista, la sua capacità di ascolto e di intercettare gli umori della società civile, quella che ha sdoganato e portato nel cuore della politica, tra gli scranni di Montecitorio, i leader dei movimenti, da Caruso a Luxuria, quella fetta di società civile tenuta fuori dalla politica dei professionisti. E dopo trentasei ore di silenzio sdogana Beppe Grillo e il V-day. Finora sono stati solo i ministri Di Pietro, Pecoraro Scanio e Rosy Bindi le voce più alte in grado che hanno avvertito di "non minimizzare il fenomeno Grillo".
Oggi rompe il silenzio la terza carica dello Stato. Niente di rivoluzionario. Molto ragionevole anche se ovviamente dirompente visto che quello che Grillo fa tutti i giorni con il suo blog è di attaccare la classe politica e i suoi metodi. E visto che maggioranza e opposizione hanno in genere ignorato o attaccato il V-day. Ma sabato è successo qualcosa da cui i professionisti della politica, e dell'informazione, difficilmente potranno prescindere: piazze colme di persone - 50 mila a Bologna ma le firme per la proposta di legge Grillo sono state raccolte a decine di migliaia in oltre duecento città - solo col tam tam del passa-parola e del web.
Bertinotti dà loro, in parte, ragione. E avverte di non sottovalutare Grillo e la sua piazza. "Penso che non ci sia soluzione senza la riforma della politica perché sia chiaro: non ci sono salvatori al di fuori della politica" dice Bertinotti conversando con i giornalisti a Montecitorio. "C'è una crisi di passaggio perché se la politica non dà risposte concrete è evidente che viene vissuta come un costo e come uno spettacolo non edificante" ragiona Bertinotti che aggiunge: "I vuoti si riempiono, sempre". Il punto è che sia la politica, per prima, "a riempire i vuoti che ha lasciato. Altrimenti è possibile che i materiali che vanno a riempire quel vuoto non siano eccellenti".
Insomma, è urgente e non più rinviabile "una riforma" della politica. Un'autoriforma visto che sono i politici a dover modificare i loro stessi metodi e sistemi. Alla fine è un po' la storia del dito e della luna. " Non vorrei - avverte Bertinotti - ridurre un fenomeno che investe centinaia e centinaia di persone alla funzione di dito, ma non c'è dubbio che la luna è altrove: nella condizione di crisi sociale del paese e dell'Europa". La domanda successiva è un' altra e resta sottintesa in colloquio col Presidente della Camera: "Questa classe politica è in grado di riformare se stessa?
Intanto continua la polemica tra i Poli. La sinistra radicale, da Giordano a pecoraro ma anche l'Italia dei valori, non hanno dubbi nel dire "ascoltare la piazza di Grillo" e guai a minimizzare. Dall'Ulivo arriva un sostanziale silenzio. La Cdl accusa il comico di pericoloso populismo. "Gli vanno dietro politici senza ideali" attacca il presidnete dell'Udc Pier Ferdinando Casini. "Occorre togliere prestesti alle centrali dell'antipolitica. Dire che il segnale non va sottovalutato non significa darne una valutazione positiva" dice Fabrizio Cicchitto, numero 3 di Forza Italia.
(10 settembre 2007)
lunedì 10 settembre 2007
Bertinotti: "Grillo riempie i vuoti della politica"
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