di Paolo Ferrero
L’11 ottobre, la sinistra d’opposizione torna in piazza contro il governo Berlusconi e contro Confindustria. Inoltre, si impegna nella raccolta firme contro il lodo Alfano (meglio e più corretto sarebbe dire contro la “legge” Alfano, visto che di lodo ha davvero poco), al fianco di altre forze politiche, dall’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ai Democratici di Parisi per dire “no” a una legge che ha un profondo significato “castale”: è fatta, cioè, per difendere e salvaguardare una casta, quella di Berlusconi e dei suoi sodali. Una vera legge-vergogna contro cui è giusto battersi.
Per alcuni troppi, mesi dopo la sconfitta elettorale, anche a causa di congressi difficili e dolorosi, siamo rimasti all'angolo, come un pugile suonato. Ora, a partire dall’11 ottobre, la ritirata è finita. Questo sabato saremo in piazza, a Roma, contro il governo e la Confindustria e contestualmente cominceremo la raccolta firme contro quella legge di casta che è il lodo Alfano. Anche in questo modo cercheremo di dimostrare che il governo Berlusconi non ha tutto il consenso di cui si vanta.
Il vero scandalo non è, a mio modesto parere, che il governo Berlusconi governi. E’ già accaduto, come tutti sanno, nel ’94 e nel 2001. Il vero scandalo è che oggi non è più in campo un’opposizione degna di questo nome. Quella del Pd è, al di là delle parole e delle dichiarazioni di questi giorni, una non-opposizione. Né fare opposizione sui temi della democrazia e della legalità, come fa Di Pietro, ci può bastare, anche se è importante. Entrambe queste opposizioni se la prendono solo e soltanto con Berlusconi e con le destre al governo, mai con Confindustria e con le sue politiche sociali ed economiche, ma è proprio Confindustria il vero e principale ispiratore e suggeritore di Berlusconi.
Dobbiamo invece dare vita e mettere in campo, a partire dall’11 ottobre, a un’opposizione davvero “di sinistra”: contro il governo, contro Confindustria, contro tutti i poteri forti (Vaticano, banche e banchieri, speculatori e finanzieri d’assalto) del Paese. Ecco perché è dall’11 ottobre che può partire (e, ne sono certo, partirà) una dura e seria opposizione di sinistra.
Il cui fine non è la sommatoria tra ceti politici, ma l’idea di fare opposizione dal basso, a sinistra, in difesa soprattutto dei ceti popolari, senza difese di fronte a una crisi economica e finanziaria mondiale dalle proporzioni devastanti. Ecco perché anche un’idea di alternativa di società e di politiche da mettere in campo non può che ripartire da qui, dai bisogni reali e concreti della gente, contro i disastri di un liberismo economico che, come è sempre più evidente, fa acqua da tutte le parti e viene sconfessato anche dai suoi araldi.
Da qui può e deve ripartire anche un coordinamento di tutte le tante e diverse opposizioni oggi in campo, nel campo della sinistra, e non dai ceti politici, le cui sommatorie portano solo ai disastri elettorali che ben conosciamo. Un coordinamento delle opposizioni – politiche, sociali, culturali - questa è la proposta che avanziamo a tutti e a tutte, a partire dall’11 ottobre. Dove vi aspettiamo in tante e tanti per dire che, davvero, “il tempo della ritirata è finito”. Io ci credo, spero saremo in tanti e tante, a dirlo ad alta voce al governo Berlusconi e a Confindustria. L’opposizione torna in piazza.
Roma, Ottobre 2008
Nessun commento:
Posta un commento