Alla Camera l'emendamento che cancella il diritto alla stabilizzazione dei contratti nel pubblico
Checchino Antonini
«Sul lastrico in cinquantamila», calcola Mimmo Pantaleo, leader - fresco di nomina - della Flc Cgil, mentre da tutta Italia arrivano notizie di occupazioni, manifestazioni e assemblee di lavoratori degli enti di ricerca contro il decreto Brunetta oggi in discussione a Montecitorio. «Una dichiarazione di guerra di Berlusconi ai precari, una vergogna contro cui ci batteremo», commenta a caldo Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista.
Cinquantamila, poi, è la stima per difetto dei precari della pubblica amministrazione a rischio di licenziamento anche se avevano maturato il diritto alla stabilizzazione. Il numero potrebbe salire a 120mila, calcolando gli interinali e l'indotto la catastrofe sarebbe ancora più consistente. L'emendamento Brunetta è uscito. Ed è così brutto che sui blog, gli addetti ai lavori lo chiamano senza mezzi termini emerdamento .
In 6 commi, il ministro della Funzione pubblica abroga tutte le norme sulla stabilizzazione dei precari contenute nelle finanziarie 2007 e 2008 (ad esclusione di quelle sui vigili del fuoco, gli unici che potranno continuare ad essere stabilizzati). Tutti i contratti a termine si chiuderanno alla scadenza e, in mancanza di un termine (come nel caso degli "stabilizzandi") si chiudono 90 giorni dopo l'approvazione della legge. Il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato, con i requisiti stabiliti dalle finanziarie 2007 e 2008, si trasforma in una riserva (massimo del 40%) nei concorsi del triennio 2009-2011. «Fantomatici concorsi», chiosa Pantaleo al telefono con Liberazione.
Anche per i co.co.co. ci sarà un punteggio nei concorsi (quelli fantomatici e spesso truccati stando alle carte di un bel po' di magistrati) del triennio 2009-2011. Il quinto comma prevede che enti locali e Asl possano continuare a stabilizzare ma solo per poche mansioni e, comunque, nei limiti delle risorse economiche.
Aggiornatissimo, il blog precaridellaricerca.wordpress.com traccia una sintesi amara: «I precari non ancora stabilizzati tra pochi mesi saranno per strada, disoccupati, a prescindere da tutto. A casa, o per strada, potranno studiare per i concorsi dei prossimi anni. Un emendamento che demolisce i deboli castelli di carta costruiti due anni fa e che merita risposte univoche: mobilitazione ad oltranza, scioperi, manifestazioni».
«Decine di migliaia di lavoratori saranno sbattuti fuori perfino con 10 anni di anzianità - riprende Ferrero - per combattere la precarietà Berlusconi ha una ricetta chiara: abolire i posti di lavoro occupati dai precari»
I sindacati di base hanno già indetto uno sciopero generale per il 17 ottobre. La Cgil, dopo l'ondata di azioni di sabato scorso, ha spedito ieri una richiesta unitaria, con Cisl e Uil, ai gruppi parlamentari chiedendo di intervenire per scongiurare l'approvazione della norma.
«Nella ricerca e nell'università, dov'è più alto il rapporto tra precarti e stabili, si bloccherebbe il servizio. Didattica e ricerca sarebbero fortemente compromesse», spiega ancora Pantaleo che si dice pronto ad andare sotto Palazzo Chigi dove il governo sta procedendo a tappe forzate, bypassando il più possibile sindacato e parlamento - anche nei gruppi di maggioranza ci sarà chi trasalirà di fronte all'emendamento. L'obiettivo è accorciare i tempi di discussione di un disegno di legge che riguarda i lavori usuranti ma che contiene misure importanti per tutta la pubblica amministrazione. Le reti dei precari insistono a chiamare alla reazione tutto il pubblico impiego contro una norma di dubbia legittimità che non si limita a mettere in discussione i contratti in essere ma anche i diritti pregressi. Il barometro sociale annuncia anche una pioggia di ricorsi oltre all'ondata di mobilitazioni scattate già ieri con l'occupazione, a Roma, della sede dell'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dove sono 700 i precari a rischio solo nel neo Istituto, quasi il 50% del personale tutto schierato, tempi indeterminati compresi, contro l'emendamento che compromette le attività di monitoraggio e protezione ambientale, controllo nucleare, rifiuti, difesa del suolo e delle risorse idriche. Sono gia' in mobilitazione i 500 precari dell'Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori) dove la sede è stata occupata e tutte le attività sono bloccate. All'Isfol, segnala l'Usi Rdb, viene vantata la precarietà più lunga dell'intero comparto. Occupano anche i 400 precari dell'Ingv (istituto nazionale di geofisca e vulcanologia). Oggi, tra le varie manifestazioni, la più clamorosa potrebbe essere quella annunciata sotto il Cnr alla 14.30. Ad Ancona, 400 precari di comune, provincia e Regione, hanno dato vita a un'assemblea contro le esternalizzazioni, la sottostima dell'inflazione programmata (1/3 di quella regsitrata dall'Istat) e contro il blocco delle stabilizzazioni. Mille lavoratori degli enti pubblici della provincia di Milano hanno protestato sotto Palazzo Marino in Piazza della Scala per le medesime ragioni.
Intanto Brunetta - inviperito per una vignetta satirica sull'Unità che lo riguardava - si giustifica dicendo che lui vorrebbe chiarire l'ambiguità delle norme sulla stabilizzazione ereditate dalla gestione Prodi. Così, da vero azzeccagarbugli, si richiama al principio costituzionale del concorso pubblico che sabota a sua volta col medesimo emedamento subordinando ai limiti delle risorse stanziate dal governo.
martedì 30 settembre 2008
Licenziati 50.000 precari. Brunetta «abolisce» la ricerca
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