Sono 312 i militari italiani che si sono ammalati di tumore maligno negli ultimi 11 anni (1996-2006) nei Balcani, in Iraq, Afghanistan e Libano; 77 di questi sono morti.
Il numero complessivo dei militari malati di tumore, tra impiegati in missione e non, e' invece di 1.703. Sono questi gli ultimi dati in possesso della Difesa: il ministro Parisi li ha comunicati oggi al Senato, davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito. Ma c'e' gia' chi parla di dati "al ribasso".
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Il risultato di questo lavoro (in attesa di creare una "organizzazione centralizzata e informatizzata") e' un bilancio di soldati morti o ammalati piu' pesante di quello fornito in precedenza dallo stesso Parisi, che davanti alla Commissione aveva parlato di 255 casi, con 37 morti, tra i militari in missione - contro i 312 e 77 di oggi - e di 1.682 malati in totale (1.703).
"Difformita' - ha spiegato il ministro, con particolare riferimento alle missioni - dovuta soprattutto al fatto che alcune decine di malati o morti per tumore allora indicati nell'elenco dei militari che non avevano preso parte alle missioni, invece vi avevano partecipato".
E comunque - ha aggiunto Parisi, facendo per la prima volta questo raffronto - la percentuale dei militari che si e' ammalata di tumore dopo aver partecipato a missioni e' inferiore a quella della popolazione maschile italiana. Si tratta di "dati e comparazioni molto grezzi", ha premesso il ministro, ma e' un dato di fatto che nel quinquennio 2002-2006 sono stati 216 su 56.600 i militari italiani impiegati all'estero che si sono ammalati, "con una incidenza di 380 casi ogni 100.000".
Uno studio effettuato in base ai dati dell'Airt (Associazione italiana registri tumori) sul totale della popolazione maschile italiana per il quinquennio 1998-2002, indica invece che "in media vengono ogni anno diagnosticati nel nostro Paese 754 casi ogni 100.000 abitanti".
L'informativa di Parisi non ha soddisfatto Falco Accame, presidente di una delle associazioni piu' attive su questo fronte, secondo cui "non si tiene conto dei casi di morte e malattia nella guerra del Golfo del '91, in Somalia nel 1993, nei poligoni di tiro a partire dal 1977, dei civili e del personale in congedo e delle altre gravi malattie diverse dai tumori".
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