da L'Arena 15/10/2007
Proprio mentre il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ieri ricordava dalla capitale le vittime sul lavoro, il presidente provinciale dell’Anm (associazione nazionale invalidi e mutilati) di Verona, Giuseppe Adami, attaccava duramente i politici locali per non aver partecipato alla 57° giornata nazionale vittime incidenti sul lavoro. Sul palco del cinema Fiume, dove si erano riuniti oltre 400 soci, c’era solo Fiorenzo Fasoli, segretario di Rifondazione Comunista, e la rappresentante dell’Inail Lina Pietropaolo. Assente giustificata la deputata di Rc Tiziana Valpiana, così come il vicepresidente della Provincia Antonio Pastorello. Ma tutti gli altri, a partire dal sindaco Flavio Tosi, non hanno nemmeno avvisato lasciando negli organizzatori e nei vertici dell’associazione l’amaro in bocca. Unica consolazione è stata la messa officiata in San Zeno dal vescovo Giuseppe Zenti che nel corso dell’omelia ha sottolineato il bisogno di dare dignità agli invalidi. «Una vera gioia. Lui sì si dimostra il vero Pastore della nostra diocesi», è stato il commento di molti.
La giornata si è quindi aperta all’insegna della polemica. «Ringrazio le forze dell’ordine presenti anche se mi domando il motivo di un così importante spiegamento di uomini considerando l’assenza di politici», ha detto Adami che nel corso del discorso non ha tralasciato di puntare il dito contro quella classe politica che non permette all’associazione di tutelare i propri soci. «In giro ci sono politici mascalzoni», ha detto per poi aggiungere: «I grillini hanno ragione!». Sgomento e senso di abbandono anche quando dal rapporto del presidente si è evidenziato come ci siano ancora troppe aziende che non rispettano le regole di sicurezza e peggio ancora come siano diverse le case produttrici di macchinari per l’edilizia che non le adottino. L’esempio lo ha portato l’avvocato dell’Anm, Luigi Meduri, ricordando come la gru sequestrata dopo la tragedia di Buttapietra dello scorso anno, dove persero la vita due operai rumeni, non fosse regolamentare anche se certificata. Ha poi parlato del testo unico sugli infortuni e delle ultime novità in fatto di legge che permettono ad associazioni e sindacati di costituirsi parte civile nei processi. Di come nel nuovo decreto legge la responsabilità penale dell’azienda sia estesa agli infortuni sul lavoro.
Tuttavia la strage non si ferma: in Italia nel 2006 si sono verificati 930 mila incidenti sul lavoro, i morti sono stati 1.302. Gli incidenti mortali sono cresciuti rispetto al 2005 del 4,6% che tradotto in vite umane sono 30 vittime di più. «Anche per il 2007 i dati non sono confortanti», ha sottolineato Adami mettendo in evidenza la discontinuità di impegno in questi ultimi dieci anni sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Insomma i tanti decantati protocolli non funzionano a dovere. «Gli incidenti diminuiscono», fa notare, «del resto la tecnologia avanza. Ma questa diminuzione non è attribuibile al lavoro della politica». Elogi comunque per il Capo dello Stato e il ministro del lavoro Cesare Damiano e quanti hanno contribuito alla legge delega in materia di revisione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. «Ma ora bisogna continuare su questa strada», ha invitato il presidente dell’Anm prima di toccare altri temi. Tra questi la copertura del danno biologico. «La sua introduzione è un vantaggio per lo Stato e le aziende», ha detto. «Non è più tollerabile che due miliardi di avanzo dell’amministrazione dell’Inail vengano fagocitati dal ministero dell’Economia per sostenere la spesa pubblica mentre la tutela degli infortunati sul lavoro si affievolisce sempre di più».
lunedì 15 ottobre 2007
Politici assenti al ricordo delle vittime sul lavoro
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