martedì 11 settembre 2007

Verona, un ospedale in subappalto

Al San Bonifacio «esternalizzato» anche il servizio di emergenza: a costi superiori e con il rischio di «conflitto di interessi» per quei dipendenti tentati dal doppio lavoro. La denuncia della Cgil locale

di Paola Bonatelli

da il Manifesto diel 9/10/2007

L'ennesimo esempio di allegra gestione della sanità arriva dal ricco Nordest e precisamente dal Nuovo Polo Ospedaliero dell'Est veronese, realizzato a San Bonifacio. Una struttura avveniristica, dotata delle attrezzature più moderne e di ogni comfort, che è attualmente nel mirino dei sindacati, e tra poco probabilmente di qualche organo giudiziario, per una questione di appalti.
La determinazione dell'Ulss 20 di Verona, datata 10 maggio 2007, di appaltare il servizio di ambulanza per l'emergenza alla Croce Gialla - una srl con sede a Lavagno, sempre nella zona est della provincia - è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non solo per quei quasi 80.000 euro appaltati per soli quattro mesi - dall'1 di giugno al 30 settembre 2007 - che certamente rappresentano una scelta antieconomica per l'azienda, visto che il servizio per l'emergenza è uno dei più costosi. Non solo perché questa è un'ulteriore riprova del fatto che la nostra sanità pubblica, pezzetto per pezzetto, finisce nelle mani dei privati - sono anni che i servizi di riscaldamento, pulizie, mensa e guardaroba vengono dati in appalto. Il fatto saliente è che sull'ambulanza della Croce Gialla, oltre all'autista e a un soccorritore, sale un infermiere dipendente dell'Ulss che non ha nemmeno ricevuto l'autorizzazione a farlo. Nel frattempo gli autisti dipendenti dell'azienda pubblica - che fino al 2005 hanno garantito gli interventi di prima e seconda emergenza su due ambulanze, dal 2006 su una - «si grattano e guardano il muro», come ci ha detto uno di loro che intende restare anonimo; oppure, nel migliore dei casi, «facciamo gli aiuto-barellieri, i porta-provette, gli operatori tecnici. Con l'ambulanza dell'Ulss facciamo qualche trasferimento di pazienti in altri ospedali».
Sonia Todesco, segretaria provinciale della Cgil-Funzione Pubblica di Verona, sta lavorando a questa vicenda da mesi: «L'ospedale di San Bonifacio - dichiara - è un bellissimo involucro che sta scoppiando. Mancano gli infermieri e la politica dell'azienda è quella di appaltare il maggior numero di servizi possibile, tanto che i servizi di trasporto interno degli ammalati li fa l'impresa di pulizie. L'appalto dell'emergenza ci sembra un fatto gravissimo. Innanzitutto perché contrasta con il memorandum sottoscritto da governo, regioni e organizzazioni sindacali, che prevede lo stop a tutti gli appalti dei servizi sanitari interni. Ma c'è di più - prosegue la sindacalista - I dipendenti pubblici possono svolgere una seconda attività lavorativa soltanto se non c'è conflitto di interessi con l'azienda pubblica. Agli infermieri che prestano servizio sull'ambulanza della Croce Gialla l'azienda ha correttamente negato l'autorizzazione. Ma, se non ci fossero, il servizio non si potrebbe fare e quindi la cosa va avanti e tutti fanno finta di non vedere».
Nell'assemblea convocata dalle organizzazioni sindacali qualche settimana fa è stato spiegato chiaramente ai lavoratori che la sanzione disciplinare per questo tipo di infrazione è il licenziamento. Eppure la situazione non accenna a cambiare: «Il problema vero alla fine - sostiene Sonia Todesco - è che il servizio funziona male. Noi abbiamo il nostro personale preparato e formato, perché si investe nella formazione, e poi li mettiamo a fare i centralinisti Qui non è questione di migliorare i tempi delle liste d'attesa. Nel servizio dell'emergenza si tratta di vita o di morte. Per questo stiamo pensando di presentare un ricorso alla Corte dei Conti e, se necessario, una segnalazione in Procura. Ma sull'emergenza bisogna muoversi e aprire vertenze in tutte le province».

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